Otto buoni motivi per cui un’area di sosta camper fa bene al territorio - APC

Otto buoni motivi per cui un’area di sosta camper fa bene al territorio

Perché investire nelle aree di sosta camper? A questa domanda APC ha risposto anche durante il webinar organizzato dal Salone del Camper a fine marzo, a cui hanno partecipato oltre 100 Comuni di tutte le regioni d’Italia.  

Ci sono almeno otto motivi per cui investire nel turismo in libertà – nello specifico con la creazione di aree di sosta camper – porta dei vantaggi a un territorio.

 

1. L’importante flusso turistico dei camperisti e caravanisti. 

 

I turisti itineranti in Europa sono circa 20 milioni. Stando agli ultimi dati disponibili che fanno riferimento alle immatricolazioni europee del 2021, il parco circolante di camper e di caravan è di oltre 6 milioni e 150 mila veicoli. Per poter beneficiare di un flusso turistico con numeri così cospicui, è fondamentale non farsi trovare impreparati. Investire per mettere a disposizione un’accoglienza adeguata e capillare è l’unico modo per attrarre camperisti e caravanisti. 

 

2. L’indotto economico generato dai camperisti e caravanisti

 

Dobbiamo eliminare un pregiudizio, ovvero che i camperisti siano dei turisti di serie B. Secondo un’indagine effettuata dall’Istituto di Ricerca Economica per il Turismo un equipaggio di camperisti spende fino a 200 euro al giorno. Di questa quota una buona parte è destinata ai servizi di ristorazione, all’acquisto di prodotti enogastronomici locali e alla cultura (ingresso nei musei, siti archeologici, parchi a tema). Ovviamente nei 200 euro al giorno rientrano anche le spese dedicate alla sosta e i camperisti sono ben disposti a pagare il giusto per sostare in un’area camper ben tenuta e sicura, dotata di tutto il necessario per vivere una vacanza in tranquillità e comfort.

 

3. L’interesse dei turisti in libertà nei confronti del territorio e delle sue tradizioni

 

Un’area di sosta può contribuire anche ad amplificare il successo di un evento, come sagre o feste tipiche. I camperisti, infatti, amano conoscere le tradizioni dei luoghi in cui fanno tappa così come amano degustare l’enogastronomia locale e rilassarsi in splendide fonti termali. Se ad accoglierli trovano un’area di sosta camper ben attrezzata, è probabile che si fermino due giorni anziché poche ore usufruendo delle varie proposte offerte dal territorio.

 

4. Il turismo in libertà si vive tutto l’anno, non solo in “alta stagione”

 

Il camper non è un mezzo solo per vivere delle “classiche” vacanze, ma anche per trascorrere il tempo libero in generale durante il weekend o durante i cosiddetti “ponti” tra le festività. Si stima che l’utilizzo medio annuale del camper sia di 79 giorni. Sovente, poi, i camperisti sono pensionati che hanno tempo libero per viaggiare più volte l’anno, anche nei periodi non convenzionalmente dedicati alle ferie. Accogliere i camperisti, dunque, significa anche riuscire ad anticipare e prolungare la stagione turistica. Si può così aiutare il territorio a beneficiare di una presenza turistica in bassa stagione o addirittura fuori stagione. 

 

5. I camperisti e caravanisti prediligono i piccoli borghi e i centri minori

 

I camperisti e caravanisti di norma non amano la folla, ma preferiscono visitare anche le cosiddette mete turistiche minori. Si può dire, dunque, che prediligono lo “slow-travel”, ovvero il turismo lento e il viaggio dolce. La loro presenza – grazie allo sviluppo di aree capaci di accoglierli – favorisce il turismo di prossimità nei piccoli centri, lontani dai luoghi più visitati ma non per questo meno interessanti. 

 

6. L’accoglienza diffusa dei turisti in libertà favorisce e valorizza le aziende della filiera agricola e le realtà enogastronomiche del territorio

 

I modi per accogliere i camperisti sono molteplici. Oltre alle aree di sosta classiche e ai campeggi, vi sono molti esempi di aziende private che utilizzano il proprio parcheggio per offrire la sosta notturna ai camper, gratuitamente o con un piccolo contributo. Lo stesso servizio viene proposto dai ristoranti (dove si sceglie di pranzare e/o cenare), dalle cantine vitivinicole (acquistando una degustazione) e dalle fattorie e dagli agriturismi (acquistando prodotti locali), La possibilità di “dislocare” in modo diffuso sul territorio i turisti in camper consente anche di favorire le imprese private meno inserite nei circuiti turistici. 

 

7. Il turismo itinerante è un mega trend per il futuro

 

Negli ultimi cinque anni il parco circolante di camper è aumentato di quasi il 25%. Il camper style sta diventando sempre più trendy. Questa ascesa è dovuta al fatto che i  valori che interpreta sono valori sempre più condivisi: la libertà di partire quando si vuole, la voglia di vivere a contatto con la natura, la curiosità di esplorare posti nuovi, il ritorno ad una dimensione umana più genuina, la voglia di portarsi sempre dietro il proprio animale domestico. 

 

8. Le vacanze in camper sono più sostenibili

 

Uno studio tedesco dell’Istituto per la Ricerca sull’Energia e l’Ambiente di Heidelberg dimostra che una vacanza in camper produce il più basso livello di Co2, ad esclusione solo delle vacanze a piedi.

Questi sono solo i motivi principali per cui investire nel turismo itinerante è una scelta intelligente e lungimirante, sia per gli enti pubblici e sia per le realtà private.  Altrettanto importante, però, è anche comunicare bene l’esistenza di un’area di sosta camper. Il mondo del camperismo, infatti, è una community attorno alla quale sono presenti molte riviste, app e canali social specializzati. In quest’ottica APC è a disposizione di quanti siano interessati a far conoscere l’area sosta camper del proprio territorio grazie all’ampia rete costruita nel tempo con i principali player nazionali e internazionali.

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